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maggio 2024

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Arringhe e contributi dottrinali di avvocati, magistrati ed accademici che, con la loro opera, hanno lasciato una traccia significativa nel mondo giudiziario.

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Riflessioni sui contenuti…

Il ricorso in Cassazione: Alessandro Cassiani

La seconda lectio magistralis pronunciata al convegno organizzato, il 3.6.2019, dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, su: “IL RICORSO IN CASSAZIONE” – Intervengono i Maestri: Alessandro Cassiani.

Il Relatore, con una pregevole analisi, ha spiegato le ragioni storiche e politiche di un organo che ha esercitato, un ruolo decisivo per l’affermazione dei principi di libertà e democrazia, con richiami al Contratto sociale di Rousseau e a L’Esprit de loi di Montesquieu.

Quando si parla di Cassazione si evoca un sogno, perché le finalità che erano state poste alla base dell’art. 65 dell’ordinamento giudiziario del 30 gennaio 1941 n. 12, “assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni”, nel corso degli anni non hanno più trovato rispondenza nella realtà, per la crisi della funzione nomofilattica e perché alcuni criteri ispiratori, uniformità e certezza del diritto,  hanno perso la loro originaria funzione.

Una lectio che riflette amarezza per il rischio incombente nell’attività del difensore, costituito dalla elevata percentuale di richieste di inammissibilità del ricorso, che si traducono in numerose sentenze di analogo tenore: decisioni che hanno notevolmente incrementato il numero di esposti di carattere disciplinare nei confronti di avvocati, che non riescono  a trovare una plausibile spiegazione, nel loro operato.

La Corte di Cassazione doveva assolvere una funzione di controllo sulle pronunce dei giudici di merito, ma ha assunto un ruolo che non era prevedibile nel disegno originario, con sentenze che hanno una funzione creatrice, con conseguente erosione delle garanzie tipiche dello stato di diritto.

Le ultime riforme, ispirate al criterio dell’efficienza, per le indicazioni provenienti dall’Unione Europea, hanno negativamente inciso sulla qualità della giurisdizione ed il pessimismo dell’Avvocato Cassiani deve costituire materia di riflessione anche per il recente protocollo approvato, con l’adesione del Consiglio Nazionale Forense, sulle modalità di redazione del ricorso.

Corte di Assise di Locri (1939): Giuseppe Casalinuovo

Il processo penale non è un confronto dove vi è un vincitore ed un vinto perché il processo penale è il processo del dolore, dove risaltano miserie umane e fallimenti che possono essere di carattere personale, familiare e/o sociale, ma se si dovesse dare una lettura competitiva tra i due antagonisti bisognerebbe ammettere che l’avvocato Casalinuovo, pur partendo da una posizione disperata, perché ha difeso una persona accusata di gravi reati, è riuscito a spostare il punto cruciale del processo dal fattore estorsivo a quello sentimentale.

L’avvocato Casalinuovo con una acuta strategia, ha legato esordio e perorazione invitando i Giudici ad un sereno giudizio di responsabilità. Ha raccolto con pazienza certosina ogni elemento che potesse valorizzare i sinceri sentimenti di Rocco Barbaro ed è riuscito ad umanizzare il processo.

Rocco Barbaro è stato assolto dai reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, di plagio e di rapina. Il passaggio sul rapporto di proporzione tra fatto e pena rende l’arringa di Casalinuovo di straordinaria attualità; la tempra e l’equilibrio che hanno caratterizzato il suo intervento costituiscono un’autentica perla che lascia un segno indelebile nella storia dell’avvocatura.

Corte di Assise di Locri (1939): Genuzio Bentini

Davanti alla Corte di Assise di Locri, nel mese di dicembre del 1939, si sono incrociati due avvocati che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’avvocatura: Genuzio Bentini  di Forlì e Giuseppe Casalinuovo di Catanzaro.

La presentazione della vicenda giudiziaria da parte di Antonio Raffaele Russo, direttore della Rivista “L’Eloquenza”, fornisce un quadro dell’ambiente e dell’epoca.

La storia è molto istruttiva perché Antonietta Pronesti di Cittanova è un’antesignana dei diritti e della dignità della donna: nel 1938 dopo essere stata rapita e sedotta, nel territorio di Gerace, da Rocco Barbaro, suo pretendente, e dai suoi complici, rifiutò il matrimonio riparatore.

La scelta da parte della donna ebbe una vasta eco, non solo in Calabria ed in Italia, anche negli Stati Uniti.

27 anni prima di Franca Viola, una ragazza di Alcamo che nel 1965, dopo essere stata rapita non ha accettato il matrimonio riparatore, Antonietta Pronesti, si è ribellata a leggi arcaiche ed a riti tribali, pagando un prezzo altissimo, ha difeso la sua dignità ed ha fatto arrestare i suoi rapitori, che sono stati tutti condannati a pene molto alte.

Il processo si è subito incanalato in una determinata direzione.

Molto istruttiva è l’analisi delle due arringhe che vengono presentate ed è quello che interessa in questa sede.

Genuzio Bentini, avvocato “napoletano di Forlì “ (così amavano definirlo gli avvocati meridionali)  da autentico artista della parola è stato risoluto nel presentare Rocco Barbaro come colui che aveva ideato e programmato  il ratto al fine del matrimonio per interesse.

Diventare avvocati e riuscire ad esserlo: Giovanni Pascuzzi

Insegnare l’etica delle professioni forensi attraverso le trame narrative.

Diventare avvocati: due termini che evocano il fascino della professione e la magia della toga.

L’articolo di Giovanni Pascuzzi, tratto da una Rivista di formazione giuridica, Cultura e Diritti, ha il pregio di fornire aperture mentali e strumenti concettuali che assolvono una precisa funzione: contribuire a creare la forma mentis dell’avvocato.

Avvocati si diventa, a mio modesto avviso, ogni giorno, ogni mattina, perché uno dei primi requisiti richiesti per svolgere quest’attività è acquisire l’empatia, la capacità di immedesimarsi nella persona di cui si assume la difesa.

L’avvocato penalista  ha sue peculiarità, i dilemmi etici costituiscono una presenza costante durante il difficile e doloroso percorso professionale, anche perché deve misurarsi continuamente con il mistero della natura umana, ed è difficile spiegare all’opinione pubblica, soprattutto in presenza di fatti che suscitano una forte esecrazione sociale, le ragioni ed il ruolo del difensore, la sua necessità, la funzione indefettibile di controllo dallo stesso operata, sulla legalità della procedura e sulla garanzia dei diritti della persona assistita.

Assistiamo continuamente, in occasione di vicende che sgomentano la pubblica opinione e che generano insicurezza nella collettività, ad attacchi gratuiti nei confronti di colui o colei che assume la difesa della persona accusata, perché non si riesce a capire, e soprattutto a trasmettere il messaggio, sul ruolo dell’avvocato, che nel processo assolve e realizza un precetto costituzionale: la  tutela della libertà personale.

Valore che i costituenti hanno munito con un aggettivo di forte valenza etica, inviolabile.

Inviolabile, dal punto di vista etimologico, sta per “difeso da una convenzione sovrana universalmente imposta ed accettata “, in quanto tale trascende anche la forma stato, perché è sorto prima ed è inalienabile.

Ragion per cui una impostazione mentale, prima ancora che giuridica, costituisce la premessa indispensabile per affrontare una attività dove convergono e si fondono molteplici componenti:

la formazione giuridica, la sfera emozionale, la capacità di penetrare il fatto per capire la persona, di cui si assume la difesa.

Il contributo di Giovanni Pascuzzi fornisce uno strumento di base dove viene chiaramente spiegato che l’avvocatura non è un modo di fare, ma un modo di essere, perché non si fa l’avvocato, si è avvocato.

Le presentazioni…

Alessandro Cassiani

alessandro Cassiani

Avvocato di poliedrica personalità che riesce a coniugare l’attività forense, l’attività accademica e il lungo percorso di Consigliere e Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Impegnato da oltre mezzo secolo in quasi tutti i Fori Italiani, compreso quello di Locri, ha assunto la difesa di Roberto Iacono, nel famoso omicidio dell’Olgiata, della contessa Alberica Filo Della Torre. Processo infinito, con un impatto mediatico straordinario, dove l’incolpevole Iacono, a lungo sospettato, ha avuto un’esistenza stravolta per lacune investigative, e concluso dopo trent’anni con l’individuazione del responsabile.

Altro processo che rimarrà nella storia della criminalistica italiana è l’omicidio di Luca Varani, dove ha assunto la difesa dei familiari, vittima di una delle più orribili vicende che mente umana possa concepire.

Docente di procedura penale presso l’Università “La Sapienza di Roma”, prima nella cattedra del Prof. Giuseppe Sabatini, fondatore della Rivista “La Giustizia Penale” e poi nella cattedra del Prof. Giuseppe De Luca.

Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma e Direttore Scientifico della Rivista “Temi Romana”. Un maestro acuto e attento. Un sostegno per i giovani Avvocati.

Genuzio Bentini

Genuzio Bentini

Classe 1874, originario di Forlì, ebbe una vita professionale e politica molto intensa e turbolenta. È ricordato per la forza comunicativa nelle attività processuali, per il grande impegno sociale e l’opposizione costante alla dittatura fascista. Inizialmente ardente propagandista delle idee anarchiche fu tra gli aizzatori di una manifestazione di lavoratori a Borgo Saffi (Ravenna), nel maggio del 1892 e per fatti simili a questi fu denunciato e dovette scontare il carcere. Sempre nello stesso anno si trasferisce con la famiglia a Bologna per intraprendere gli studi universitari in giurisprudenza, conclusi con una tesi contestativa sul “reato di sciopero”. Una volta intrapresa la professione di avvocato penalista continua la sua fervente azione politica pacifista negli anni della Grande Guerra. La Camera dei Deputati e le aule dei tribunali sono il palcoscenico e la tribuna per lanciare i suoi messaggi d’opposizione instancabile. La sua attività di oratore, a partire dal 1927, la eserciterà solo per le battaglie in tribunale. Da avocato. Muore a Lodi il 15 agosto 1943

giuseppe casalinuovo

Giuseppe Casalinuovo

Poeta e penalista italiano di indiscusso talento. Nasce a San Vito Ionio nel 1885 – muore a Catanzaro nel 1942. Abile oratore e lucido penalista fu tra i fondatori, nei primi del novecento del partito socialista in Calabria. Dopo aver pubblicato alcuni volumetti giovanili di versi (Prima luce, 1900; Tra due fosse, 1903; Dall’ombra, 1907) sospese la sua produzione letteraria per dedicarsi allo studio e poi alla professione forense.  Nel 1909 si laureò in giurisprudenza all’Università di Roma da dove preferì ritornare a Catanzaro per esercitarvi la professione di avvocato penalista, divenendo ben presto punto di riferimento fra i cultori del diritto e nell’area socialista tra gli intellettuali emergenti, ostili contro la vecchia classe dirigente, espressione degli interessi dei grandi proprietari terrieri e delle forze clericali. Nel 1919 fondò “Calabria giudiziaria”, rivista di dottrina e di giurisprudenza, che diresse con passione fino alla sua morte avvenuta nella sua Catanzaro il 25 ottobre 1942. Delle sue celebri arringhe, rimarrà indelebile il suo estremo rigore logico e scientifico.

Giovanni Pascuzzi

Giovanni Pascuzzi

Per dieci anni è stato avvocato, per trenta professore all’Università di Trento di cui è diventato anche ProRettore Vicario. A 62 ricopre l’incarico di giudice del Consiglio di Stato. È stato giurista e Consigliere di Stato dal 16/11/2021.

Ha insegnato Diritto civile, Diritto dell’era digitale, Le abilità del giurista – Legal skills, Diritto civile e scienze cognitive, Diritto privato comparato e Diritto privato.

Ha scritto molti libri e molti saggi. Si è occupato particolarmente di diritto e tecnologia. Era un convinto sostenitore dell’inscindibilità fra il diritto è la tecnologia. Riteneva che la felicità fosse: “…sapere chi si è e riuscire ad esserlo”. Per lui la migliore espressione per un avvocato era poter affermare: “sono diventato Avvocato e sono riuscito ad esserlo”.

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Alessandro Cassiani:

“Il ricorso in Cassazione“

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Genuzio Bentini:

“L’arringa contro Rocco Barbaro”

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Giuseppe Casalinuovo:

“L’arringa in difesa di Rocco Barbaro”

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Giovanni Pascuzzi:

“Diventare Avvocato e riuscire ad esserlo”

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