“Non basta un buon sito web”
È necessario che i cittadini conoscano per poter condividere.
di Antonio Alvaro
Avere un bel sito web perché funzionale e dinamico, perché pronto a dare risposte alle emergenze quotidiane di politica giudiziaria, fare incontri con gli studenti nelle scuole per far conoscere i fondamentali principi costituzionali, stimolandone la discussione, partecipare a trasmissioni televisive che informano la società civile sui problemi della giustizia e poi ancora …bla bla bla, bastano per ritenersi soddisfatti e pensare di aver ben fatto tutto quello che la Camera Penale deve fare?
Il dubbio, o meglio, la certezza che molto altro può e deve essere programmato e attuato nelle attività di una Camera Penale, lo si rileva in modo istantaneo ponendosi la domanda di quale sia la funzione della nostra associazione rispetto alla società civile in cui viviamo. Sì, perché l’avvocato non è soltanto il difensore di una parte processuale, imputato o parte civile che sia, è anche molto altro.
“… non una professione soltanto, ma una istituzione che si lega con vincoli invisibili a tutto l’ordinamento politico e sociale, interessato all’osservanza delle leggi ed alla sicurezza dei cittadini, alla conservazione delle libertà civiche”.
Gli avvocati da sempre – e ad insegnarcelo è la storia e la cronaca attuale di molti paesi – si sono battuti per la conquista dei diritti umani laddove venivano e vengono tuttora negati e per la costituzione di sistemi democratici che assoggettano il potere pubblico al diritto.
Queste coraggiose battaglie combattute in prima linea dagli avvocati, spesso hanno comportato e comportano uotifdianamente atti di intimidazione e rappresaglia, arresti ingiustificati, detenzioni carcerarie e finanche soppressione fisica.
È mio parere che per rimanere vigili sentinelle, in tema di violazione dei diritti o di loro disapplicazione, e per accrescere le garanzie del diritto inviolabile della difesa, è opportuno, se non necessario, che le battaglie dell’avvocatura siano condotte in unione ed unità di intenti, per cui fare rete, appare come una strada obbligata da seguire.
Condividere conoscenze, competenze, contatti e quanto altro, in una con il grande pubblico, comporterà una sempre maggiore conoscenza di ciò che accade nel pianeta Giustizia e rivelerà all’opinione pubblica la vera natura dell’avvocato che già in un lontano passato era definita “… non una professione soltanto, ma una istituzione che si lega con vincoli invisibili a tutto l’ordinamento politico e sociale, interessato all’osservanza delle leggi ed alla sicurezza dei cittadini, alla conservazione delle libertà civiche”.
Rendere visibile alla gente comune il nostro agire sociale, smentirà e non consentirà a quanti vedono nella nostra azione un intralcio – finanche negli organi nei quali la nostra presenza è poco più di un “diritto di tribuna” – e rivelerà ai più quanto radicata sia la convinzione che gli avvocati, proprio per i valori che incarnano, costituiscono un intralcio ai privilegi ed alle prerogative delle caste.
Unita ed in rete, l’Avvocatura avrà maggior forza ed avrà un ruolo centrale nella società civile e politica, proprio perché portatrice di quei valori (recte, diritti) costituzionali, fondamento della società civile e custode del rispetto e dell’interpretazione della legge.
Oggi più che mai l’unità di azione sarà la migliore garanzia nella lotta di quanti pensano che la giustizia sia solo una prerogativa della sola Magistratura.
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