La nostra Storia
Questa rubrica storica, senza pretesa di completezza, mira a riscoprire, attraverso brevi e concise biografie, le figure di avvocati del Foro di Gerace, poi di Gerace Marina e di Locri che diedero lustro all’intero circondario locale, non soltanto nel campo professionale, ma anche in quello sociale, politico, storico e culturale.
IL FORO DI LOCRI
Preliminarmente, appare comunque opportuno tracciare brevi cenni storici sull’amministrazione della giustizia in epoca antecedente quella di istituzione del Tribunale di Gerace e delle anzidette successive sedi.
In età moderna, nel Regno di Napoli, segnatamente durante l’Ancien Régime, le competenze giurisdizionali erano esercitate a livello locale.
Infatti, in ogni Comune, all’epoca denominato Universitas Civium, esisteva un governatore di giustizia preposto a giudicare le cause in materia civile, criminale e mista (cosiddetto mero et mixto imperio).
Era il signore feudale del luogo, in quanto titolare della giurisdizione di prime e seconde cause civili, criminali e miste, a delegare un governatore o capitano di giustizia, per l’amministrazione della giustizia.
Al momento in cui assumeva la carica, il governatore di giustizia si obbligava quindi a esercitare il governo di giustizia, per la durata di un anno, in virtù di apposito atto pubblico rogato da un notaio.
Il medesimo governatore, previa concessione della patente (una sorta di autorizzazione) da parte del feudatario locale e ratifica della sua nomina approvata dal Pubblico Parlamento (assemblea dei cittadini), riceveva dal sindaco e dal luogotenente la verga (cioè, il simbolo materiale) del governo di giustizia e le chiavi delle carceri; a seguito di ciò, l’attuario o mastro d’atti (cancelliere), gli consegnava gli incartamenti dei processi pendenti.
Il governatore di giustizia era coadiuvato da un luogotenente suo vicario, nonché da un attuario, o mastro d’atti (cancelliere) e aveva inoltre al proprio servizio i birri o barricelli (agenti di polizia locale), i quali eseguivano gli ordini e provvedevano ad assicurare la pubblica sicurezza.
Egli esercitava le proprie funzioni giurisdizionali presso la corte di giustizia locale, quasi sempre ubicata all’interno del palazzo feudale.
Accanto alla magistratura principale vi erano, inoltre, le seguenti magistrature c.d. minori, concesse in appalto dal signore feudale, che era il titolare:
– la catapania, retta dal catapano, per il controllo annonario;
– la portolania di mare, o di terra, esercitata dal portolano, per la tutela della salute pubblica in tutto il territorio della Università;
– il maestrato di fiera, retto dal mastro di fiera, giudice straordinario che operava soltanto nei giorni in cui si teneva una fiera;
– la bagliva, o baiulato, esercitata da uno o più baglivi, o baiuli, per l’osservanza delle norme di polizia locale, con competenza nelle cause bagatellari.
Avverso le decisioni dei governatori di giustizia fungeva da giudice di appello la Regia Udienza, la quale, per la Calabria Ultra (territorio oggi compreso tra le province di Catanzaro, Reggio di Calabria e Vibo Valentia) aveva sede in Catanzaro.
Con la caduta dell’Ancien Regime e la conquista del Regno di Napoli da parte dei Francesi, furono introdotte importanti riforme istituzionali, tra cui quella dell’amministrazione della giustizia.
La legge 20 maggio 1808 n. 140, riguardante l’organizzazione giudiziaria, istituì in ogni provincia del Regno il Tribunale di Prima istanza (in Calabria, nelle città di Cosenza e Monteleone, odierna Vibo Valentia), con competenza civile e correzionale (penale) per l’appello avverso le sentenze dei Giudicati di Pace di ogni Comune capoluogo di circondario.
In Gerace, il Giudicato di Pace, istituito nel 1806, fu sostituito dal Giudicato Circondariale, istituito con regio decreto del 29 maggio 1817 n. 727, il quale esercitava giurisdizione in materia civile, penale e di polizia; esso fu in seguito soppresso dal decreto regio del febbraio 1861, n. 239 (entrato in vigore il 1° maggio 1862), che creò la Giudicatura di Mandamento fino al 1865, anno in cui il regio decreto del 6 dicembre n. 2626 creò, in suo luogo, la Regia Pretura.
Nel Regno delle Due Sicilie, il citato regio decreto n. 727 del 1817 creò il Tribunale Civile in ogni provincia, in sostituzione del Tribunale di Prima istanza, soppresso dalla stessa normativa.
Con l’avvento del Regno d’Italia, in forza del regio decreto 17 febbraio 1861 n. 239, furono istituiti i Tribunali di Circondario, tra i quali il Tribunale di Gerace, con competenza civile e correzionale, il quale fu poi dislocato, nel 1889, in Gerace Marina, nonostante Siderno Marina, allora centro commerciale più importante e popoloso, avesse chiesto il trasferimento nel proprio Comune.
Dal 1934, allor quando il nome di Gerace Marina fu mutato in Locri, anche quello del Tribunale locale assunse la stessa denominazione.
BIBLIOGRAFIA
Domenico Romeo, Il Comune feudale in Calabria. Struttura amministrativa, giurisdizionale e difensiva tra XVII e XVIII secolo, Arti Grafiche Edizioni, Ardore Marina, 2002.
Filippo Racco, Una codificazione feudale del Seicento calabrese: Gli “Ordini, Pandette, e Costituzioni” del Principe Carlo Maria Carafa e il buongoverno dello Stato della Roccella. Seconda edizione riveduta ed ampliata (Edizioni Corab, Gioiosa Jonica, 2010).
L’APPROFONDIMENTO:
Il destino di un feudatario. Il marchese Giovanni Battista Carafa e il suo caso giudiziario al tempo del viceré de Toledo
La furia edace del tempo ha fagocitato la memoria della lunga e intricata vicenda giudiziaria di cui fu protagonista Giovanni Battista Carafa (1492-1552), marchese di Castelvetere (odierna Caulonia) e conte di Grotteria, in Calabria: il quale, arrestato nel 1548 e da allora ristretto in carcere, fu infine giustiziato dopo un processo penale durato quattro anni.
I giganti del Foro
“Crea nella tua mente l’idea di un perfetto maestro sempre al tuo fianco, e fai tutto con lo scopo di riverirlo e di onorare i suoi insegnamenti.” (Paulo Coelho)
Avv. Giuseppe Simonetti
Insieme gradito e ingrato il compito che mi è stato richiesto dagli amici della Camera penale che porta il Suo nome: ricordare Giuseppe Simonetti. Gradito, perché di Lui uomo, giurista, avvocato, devo dire; ingrato, perché devo attingere ai ricordi di tanti momenti che smuovono emozioni che si fanno commozione. (di Sandro Furfaro)
Avv. Gerardo Brundy
Fu uno dei primi esponenti socialisti in Calabria, che al fine di propagandare le idee che professava, utilizzò anche il campo letterario. Nato a Placanica il 16 settembre 1850, si trasferì a Napoli dove si iscrisse all’Università nella facoltà di Giurisprudenza. Conseguita la laurea, lasciò Napoli per fare ritorno in Calabria. (di Domenico Romeo)
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