Il Commento di Michele Bontempi
Una vicenda che apre una breccia sui meccanismi di innesco dell’odio social che giunge fino a minacce di morte. La ristoratrice bersaglio degli odiatori seriali da tastiera lancia una accusa pesantissima alla regia del programma Sky “4 ristoranti” di Alessandro Borghese: sarebbero stati loro – attraverso la scelta di poche scene da mettere in onda (fra decine di ore di registrazione) – a creare l’immagine di una concorrente arrogante e presuntuosa, che ha scatenato l’odio social. E lo avrebbero fatto perché un personaggio del genere fa audience !!!
Riflettendo oltre il caso concreto, i media sono oggi un mezzo sempre più potente, in grado di modificare e orientare non solo le opinioni, ma sopratutto i comportamenti delle persone; se usati in un certo modo possono alimentare aggressività e odio fuori controllo. Riflettiamoci ma soprattutto coinvolgiamo in questa riflessione i giornalisti professionisti iscritti all’albo. Mentre la rete è anonima e – allo stato – priva di regole se non un self restraint tardivo e posticcio, l’Ordine dei giornalisti è un soggetto con il quale è doveroso che l’avvocatura si confronti sul tema del ruolo e della responsabilità dei media nell’alimentare – attraverso il processo mediatico – una non cultura sui diritti e sulle garanzie. L’odio social è solo la punta di un iceberg che, in controtendenza rispetto allo scioglimento dei ghiacci, si sta espandendo sempre di più, alimentato dalle paure e dalle insicurezze percepite. Ed è proprio lo scarto fra il reale non raccontato e il percepito ingigantito a costituire la pietra d’angolo del tempio del processo mediatico.
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