Il Coordinamento dei Presidenti delle Camere Penali calabresi nelle riunioni del 6, 9,10 e 11 Dicembre ha assunto la determinazione:
• di manifestare solidarietà e adesione alle ragioni dell’astensione del 18 dicembre prossimo indetta dalla CP di Cosenza;
• di confermare e calendarizzare l’astensione regionale programmata con la delibera dell’11 settembre e di impegnare le Camere Penali territoriali nella prosecuzione dell’azione di denuncia e sensibilizzazione sui temi della giustizia penale calabrese già al centro dello stato di agitazione dichiarato il 27 giugno 2024, e degli stessi interventi di UCPI e da ultimo il documento congiunto dell’11 Dicembre della Giunta e dell’Osservatorio Doppio Binario intitolato “Le Corti d’Appello itineranti: l’aula bunker allagata e la crisi del modello”. … (leggi tutto)

Se si volesse misurare il deficit di democrazia attraverso il rapporto tra segreto e potere ci troveremmo di fronte a un paradosso della contemporaneità e delle paure che l’attraversano: la pretesa di trasparenza dell’individuo di fronte all’autorità che, al tempo stesso, amministra il patrimonio di dati personali che accumula assumendo il ruolo di garante della riservatezza … (leggi tutto)

In adesione a deliberato del Coordinamento delle Camere Penali Calabresi Vi rammentiamo che la nostra C.P. ha indetto l’astensione dalle udienze penali per i giorni che vanno dal 25 al 29 novembre…. (leggi tutto)

Il Coordinamento delle Camere Penali Calabresi all’esito della riunione del 19 giugno 2024, preso atto delle iniziative assunte dalla Camera Penale di Cosenza e di Vibo Valentia che hanno proclamato lo stato di agitazione, per denunciare i guasti permanenti del modello di giustizia penale praticato nei processi per reati di criminalità organizzata,

premesso

I temi “alti” del dibattito attuale sulla giustizia, pongono interrogativi, formulati con toni drammatici, sul paventato rischio di eversione dell’ordine democratico che sarebbe insito in una riforma – quella delle carriere separate – che attaccherebbe il ruolo dei PM custodi delle… (leggi tutto)

Vorremmo scrivere che quello escogitato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano contro i difensori di Baris Boyun spiati e incriminati per aver ricevuto dal proprio cliente pagamento in contanti a titolo di onorario, è inaudito. Se non fosse che da decenni l’anima del diritto di difesa viene strappata a morsi. Un pezzetto alla volta.

Per cui prendiamo posizione non per formulare l’auspicio che la stretta autoritaria sulla libertà del difensore possa allentarsi, magari per resipiscenza dei Pm più oltranzisti; nemmeno per plaudire alla decisione del GIP di Milano costretto, per respingerne le pretese, ad affermare cose ovvie sul diritto di difesa che i suoi interlocutori nemmeno concepiscono, ma al tempo stesso indifferente alla garanzia del divieto… (leggi tutto)