Merita una riflessione la decisione del tribunale di Taranto di vietare la messa in onda della fiction di Disney+ su uno dei casi giudiziari a più elevato impatto mediatico degli ultimi anni: l’omicidio di Sara Scazzi.
Rif. “il corriere della sera del 25 ottobre 2024”
– Il commento di Michele Bontempi – penalista del Foro di Brescia
È stato accolto il ricorso cautelare del Comune di Avetrana che si è lamentato per la cattiva immagine della popolazione (ignorante, retrograda e piena di pregiudizi) che il film trasmetterebbe.
Un giudice ha prontamente accolto questa esigenza, esercitando un potere di censura e scatenando così le ire del mondo del cinema.
Il fatto è che il caso giudiziario è ormai definitivamente chiuso da anni e solo ora nasce improvvisamente tutto questo scrupolo contro la distorsione nella realtà che un racconto artistico cinematografico può generare.
E quando era in corso il processo ? Qualcuno si è mai preoccupato dell’influenza negativa sui giudici di corte di assise di un certo circo mediatico che, fin dall’inizio, ha lapidato le protagoniste in negativo di questa vicenda, le due imputate ? Le quali sono state processate due volte, la prima dal tribunale del popolo che le ha da subito condannate senza appello e solo dopo da una corte inevitabilmente influenzata dall’opinione pubblica. Come sarebbe andato il processo senza il condizionamento esterno non lo sapremo mai, ma quello che sappiamo è che allora (e fino ad oggi) contro l’ingiusto processo mediatico che ha accompagnato questa tragica vicenda, con la drammaticità del caso che ha generato un irrefrenabile istinto primordiale di avere sul piatto un colpevole subito e ad ogni costo, non si è mai levata una voce, tantomeno quella di un giudice.
Oggi, improvvisamente, quando ormai il destino dei protagonisti non è più modificabile, sorge l’esigenza di bloccare la distorsione mediatica generata da una fiction che nasce come libera interpretazione artistica e non come cronaca. Anche all’epoca, però, più che cronaca era una fiction. Il nostro è un sistema che si dimostra ancora una volta forte con i deboli e debole con i forti.
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