NASCOSTE PROVE A FAVORE DELLA DIFESA. OTTO MESI A DE PASQUALE E SPATARO – corriere della Sera del 9 ottobre 2024
Nascondere le prove a difesa è illegittimo per un Pubblico ministero. Questo è il messaggio della sentenza con la quale ieri il Tribunale di Brescia ha condannato due Pm milanesi per il caso Eni-Nigeria.
– Il commento di Michele Bontempi – penalista del Foro di Brescia
Esiste ancora nel nostro ordinamento l’art.73 dell’Ordinamento giudiziario in base al quale anche il Pubblico ministero, pur essendo di parte, è “organo di giustizia”. Per quanto infatti debba istituzionalmente sostenere l’accusa dello Stato contro il cittadino imputato nell’interesse della collettività alla repressione di un reato, essendo organo pubblico rappresentato a sua volta da un cittadino che ha ricopre la funzione di magistrato in base ad un concorso e non per elezione diretta del popolo, non può – pur di “vincere” la causa – nascondere prove a favore dell’imputato di cui è a conoscenza.
La sentenza afferma senza alcun dubbio un principio sacrosanto del nostro stato di diritto, almeno fino a quando sarà vigente l’ obbligatorietà dell’azione penale e la nomina dei magistrati avverrà attraverso un concorso e non per elezione diretta del Popolo.
Tuttavia, come per il caso “Palamara”, viene da chiedersi ora se il caso milanese verrà trattato come una mela marcia, un episodio isolato e da isolare, oppure come la punta di un iceberg di un sistema malato. C’è da scommettere per la prima ipotesi, trionferà ancora una volta l’ipocrisia dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. Mentre dovrebbe essere l’occasione per una autocritica interna alla magistratura su una prassi tutt’affatto che peregrina. Mi viene in mente un recente processo in cui a fronte di un consulente del Pubblico ministero che escudeva ogni ipotesi di responsabilità medica, il Pm ha chiesto e ottenuto comunque il rinvio a giudizio degli imputati e ha bellamente omesso di indicare nella lista testi il suo consulente inserendo invece il consulente della parte civile. Tutto normale ovviamente.
Siamo alle solite: vedono la pagliuzza nell’occhio del capro espiatorio e non la trave nel proprio.
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