Il Commento di Michele Bontempi
Il processo mediatico è solo una delle pieghe del più complesso odio che ci circonda e che si autoalimenta con le paure, le frustrazioni e l’invidia.
Così, mentre sembra che tutti si aspettano che Berrettini torni ad essere Sinner con un tocco di bacchetta magica, lo esaltano solo due giorni fa quando vince un Atp 250 a Marrakech, in realtà sono gli stessi che, dopo 48 ore, quando l’atleta vola a Montecarlo e, appena sceso dall’aereo, impugna di nuovo la racchetta, ma praticamente fa a pallettate con se stesso, non imbroccando un colpo ed uscendo al primo turno con un semisconosciuto Kecmanovic, lo inchiodano alla croce.
Dalle stelle alle stalle in un batter d’ali.
Sui social si scatenano i leoni da tastiera comodamente seduti sul divano: “ci risiamo, emergono i soliti errori del Berrettini più scarso” è il commento più benevolo (oggi non ho voglia di scurrilità) di uno dei tanti maestri di tennis da play station che se ne fregano se Matteo ormai da oltre 1 anno non è più allenato a questi ritmi e nei mesi passati ha conosciuto il baratro più profondo (professionalmente e umanamente si intende), da cui – ha recentemente confessato – non pensava di risalire più.
Ne sa qualcosa la sua ex fidanzata e show girl Melissa Satta, additata senza motivo sempre dal popolo della rete come artefice del suo declino (la donna come artefice delle sciagure dell’uomo nel 2024 è ancora un “must”).
Perché nel nostro “bel” paese chi si espone, chi ha dei talenti, chi è buono, chi è ricco, chi ha successo, ma anche chi fa beneficienza, chi difende degli ideali, chi dice cose scomode, chi si schiera dalla parte dei più deboli e, ancora, chi difende Caino, i cattivi, viene preso di mira come una sorta di tiro al bersaglio?
Finché – camminando sul filo del rasoio – resta in equilibrio viene solo osservato, controllato e a volte, quando fa comodo, anche strumentalizzato o usato, ma appena fa il minimo passo falso, appena sbaglia, gli si scatena addosso una valanga di odio.
Perché accade tutto questo?
Se ci pensate bene, all’origine dell’invocazione da parte dell’opinione pubblica delle condanne più dure per chi sbaglia nella vita commettendo reati, non c’è lo stesso germe dell’odio che porta degli anonimi heaters a scatenare parole rancorose verso uno sportivo che perde una partita di tennis?
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