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La linguistica forense è una disciplina recente, che non ha ancora una precisa collocazione nel panorama scientifico europeo e italiano: la si trova, infatti, incardinata in area giuridica/criminologica, tecnologica o umanistica. Ad esempio, l’associazione europea IAFPA (International Association for Forensic Phonetics and Acoustics), che si occupa di voce in ambito forense, riflette nel suo nome l’attenzione alla fonetica e all’acustica più che alla linguistica, cosi come la Sociedad Española de Acústica Forense, che concentra i propri interessi soprattutto sulle discipline tecnologiche. Al contrario, in Francia l’AFPC (Association Francophone de la Communication Parlée) ha adottato un approccio orientato verso le discipline umanistiche e psicologiche, mentre in Italia, l’originario Gruppo di Fonetica Forense (oggi Osservatorio sulla Linguistica Forense), gruppo tematico all’interno dell’AISV (Associazione Italiana Scienze della Voce), presenta un orientamento molto più interdisciplinare, poiché mette insieme competenze molto differenti, che spaziano dalla linguistica alla fonetica, fino all’ingegneria e all’intelligenza artificiale.

La linguistica forense è una disciplina recente, che non ha ancora una precisa collocazione nel panorama scientifico europeo e italiano: la si trova, infatti, incardinata in area giuridica/criminologica, tecnologica o umanistica. Ad esempio, l’associazione europea IAFPA (International Association for Forensic Phonetics and Acoustics), che si occupa di voce in ambito forense, riflette nel suo nome l’attenzione alla fonetica e all’acustica più che alla linguistica, cosi come la Sociedad Española de Acústica Forense, che concentra i propri interessi soprattutto sulle discipline tecnologiche. Al contrario, in Francia l’AFPC (Association Francophone de la Communication Parlée) ha adottato un approccio orientato verso le discipline umanistiche e psicologiche, mentre in Italia, l’originario Gruppo di Fonetica Forense (oggi Osservatorio sulla Linguistica Forense), gruppo tematico all’interno dell’AISV (Associazione Italiana Scienze della Voce), presenta un orientamento molto più interdisciplinare, poiché mette insieme competenze molto differenti, che spaziano dalla linguistica alla fonetica, fino all’ingegneria e all’intelligenza artificiale.

La difficoltà di collocazione di questa disciplina risiede probabilmente nel fatto che essa non sia annoverata in nessuno dei settori scientifici ERC (in Europa) o delle Aree CUN (in Italia) e questo si riflette anche nella mancanza di una definizione unitaria e condivisa da tutti. La Linguistics Encyclopedia riporta che la Linguistica Forense collabora con la giustizia rispondendo a tre domande: cosa dice il testo, cosa significa e chi lo ha scritto confermando l’interesse iniziale per i testi scritti. Anche in Ollson (1996: 1) possiamo leggere che «letteralmente ogni testo che è in qualche modo implicato in un contesto legale o criminale è un testo forense» . D’altronde, l’interesse per i testi scritti in ambito giuridico è già presente nei lavori di Bryant del 1930, nei quali si tratta la funzione delle parole nel linguaggio legale, e anche in Wetter che nel 1960 pubblica un interessante lavoro sullo stile linguistico e sui significati intrinseci delle sentenze scritte dai Giudici, e ancora nel lavoro di Danet del 1980, che verte sul linguaggio della controversia e della discussione in aula di Tribunale, e che è diventato un vero caposaldo per le arringhe. In Italia ricordiamo il mirabile lavoro di P. Bellucci (2002), nel quale si ripercorre il processo come evento linguistico essenziale dell’attività giudiziaria. Al fine di ricostruire la scena e l’accaduto, e interpretare quest’ultimo attraverso la norma giuridica, il giudice deve…

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