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Le metodologie forensi di trascrizione delle intercettazioni e le procedure tecniche per ridurre i rischi di errore. Il rapporto segnale rumore.

 

Nel sistema processuale italiano, le intercettazioni telefoniche e ambientali costituiscono uno strumento di indagine prezioso. Sono classificati quali mezzi di ricerca della prova poiché consentono la registrazione di conversazioni telefoniche e/o ambientali per determinate fattispecie di reato, al fine di raccogliere elementi di prova utilizzabili in giudizio.

Ciò avviene o attraverso l’inoculazione di un captatore informatico nei dispositivi elettronici, soprattutto cellulari, o attraverso l’attivazione di una microspia nei luoghi frequentati dagli indagati, spesso le abitazioni e gli abitacoli delle autovetture a loro in uso.

Negli ultimi anni sono divenute uno dei mezzi di ricerca della prova più utilizzato dalla Polizia Giudiziaria.

Successivamente, il materiale audio raccolto attraverso le intercettazioni, considerato rilevante ai fini probatori secondo le valutazioni della Procura procedente, viene trasposto su carta, attraverso la trascrizione da parte della PG o, in alcuni casi, da consulenti trascrittori appositamente incaricati.

Sul materiale probatorio così raccolto si svilupperà il successivo contraddittorio processuale.

Risulta evidente come la trascrizione del contenuto delle intercettazioni rappresenti il momento più importante e complesso del procedimento di formazione della prova tecnica.

È noto che la qualità audio delle conversazioni risulta spesso fortemente condizionata dai rumori esterni e circostanti il luogo in cui avviene la registrazione del dialogo; dalla qualità della microspia o del captatore; dalle modalità di immagazzinaggio dei dati; ovvero dalla sovrapposizione delle varie tonalità, senza trascurare che la complessa operazione di trascrizione dell’audio non deve limitarsi alla voce, bensì deve ricomprendere tutti i rumori, suoni, voci, e quanto altro possa favorire la corretta ricostruzione dell’intero dialogo e il contesto in cui lo stesso si è svolto.

La trascrizione dei contenuti delle conversazioni non è dunque una mera attività di semplice ascolto dei dialoghi ottenuti dalle captazioni, con consequenziale trasposizione su carta del relativo contenuto, poichè essa richiede competenze tecniche in ambito acustico e fonetico.

La trascrizione, dunque, è una operazione che, nel suo complesso, deve essere così puntigliosa da consentire al lettore di avere contezza di tutto il contesto, fatto di frasi, mezze parole, sovrapposizione di voci, differenti tonalità, intercalari, riferimenti, illazioni, deduzioni o esagerazioni, di contenuti de relato, di umori e di rumori, di diversi dialetti con relativa indispensabile traduzione in italiano che, apparentemente insignificanti, potrebbero invece offrire una ricostruzione dei fatti diversa rispetto a quella suggerita da un ascolto superficiale.

Durante questo complesso procedimento tecnico, spesso si rende necessario sottoporre le tracce audio ad analisi approfondite, che passano per svariati riascolti, eventualmente avvalendosi di un consulente tecnico esperto, dotato delle più moderne tecnologie, che gli consentano di valutare in maniera oggettiva se, ad esempio, la traccia consente una trascrizione fluida e quanto più fedele al reale contenuto dell’audio.

Un esempio ricorrente sono i rumori che si sovrappongono alla voce dei parlanti, per tutta la durata della traccia o, quantomeno, per buona parte di essa.

Questa situazione è ricorrente soprattutto nelle circostanze in cui la conversazione sia stata captata con l’ausilio di un captatore informatico o con la microspia.

Gli addetti ai lavori hanno potuto osservare come, spesso, il rumore sovrasti la voce, talmente tanto da non consentire la corretta comprensione del dialogo intercorso.

È in situazioni di questo tipo che l’analisi forense più adatta è il SNR o S/N, ovvero sia il calcolo del rapporto segnale-rumore.

Il rapporto segnale-rumore, anche conosciuto come Signal Noise Ratio, può essere definito come la stima dell’intelligibilità di un’informazione trasmessa con la voce.

Come suggerito dal nome, nell’analisi sono coinvolti due fattori: il segnale e il rumore. Si definisce “segnale” il suono prodotto dalla voce di un parlante che trasmette l’informazione. Diversamente dal “rumore” che potremmo definire come qualsiasi disturbo sovrapposto al segnale, che ne compromette l’intelligibilità dell’informazione trasmessa.

Si pensi, per esempio, ai rumori prodotti dal motore della macchina, dalle buche o dai lavori in corso durante il tragitto percorso dalla vettura sulla quale la microspia ambientale sta registrando i dialoghi che avvengono all’interno dell’abitacolo.

In ambito forense, la misurazione dell’intelligibilità di un’espressione consente di valutare se la locuzione o la parola per la quale è stato posto un dubbio può effettivamente essere trascritta correttamente, ovvero il rumore sovrasta eccessivamente il segnale, non permettendo così una corretta comprensione di quanto riprodotto nella traccia audio di interesse.

Mediante una misurazione dell’intelligibilità del segnale trasmesso, è possibile stabilire (in termini quantitativi) la qualità del parlato, analizzando sia l’intensità del segnale che l’intensità del rumore. Chiaramente, la comunità scientifica ha individuato un valore minimo entro cui il rapporto S/N definisce “comprensibile” e attendibile il parlato.

Per garantire la corretta comprensione dell’informazione trasmessa, è necessario che il valore corrisponda a >10dB (l’intelligibilità sarà nulla se tale valore è <-20dB).

Senza addentrarci nella parte più tecnica della metodologia di calcolo del SNR, è sufficiente qui ricordare che il rapporto segnale-rumore è definibile come una grandezza numerica in grado di mettere in relazione la potenza del segnale con la potenza del rumore, per ottenere il numero puro da valori già espressi in dB, perciò sarà sufficiente effettuare una sottrazione per come segue: SNR = S – R, attraverso una apposita formula di calcolo. Se il numero puro sarà positivo allora otterremo un valore del segnale maggiore del valore del rumore e l’espressione/locuzione sarà considerata intelligibile.

Diversamente, se il numero puro sarà negativo, il valore del segnale sarà minore rispetto al valore del rumore e ciò non consentirà una corretta comprensione del termine oggetto di analisi.

Risulta importante non fermarsi alla mera trascrizione di un dialogo intercettato attraverso l’ascolto puro, risultando necessario effettuare un’analisi corretta e oggettiva attraverso l’utilizzo di questa particolare metodologia di analisi oggettiva, capace di ridurre i margini di errore.

Una corretta stima del rapporto S/N e, dunque, una corretta determinazione dell’intelligibilità di un’espressione, permette di evitare valutazioni meramente soggettive, legate al contesto della conversazione e alla suggestionabilità di chi ascolta.

Si pensi, per esempio, a quelle situazioni di incertezza nelle quali  il trascrittore potrebbe non essere assolutamente certo della corretta comprensione di uno o più termini all’interno di un dialogo.

Se in questi casi non dovesse essere effettuata l’analisi del rapporto S/N, il trascrittore potrebbe affidarsi al contesto e all’intuizione, peggio ancora alla sua suggestionabilità, abbandonando pericolosamente la sfera dell’oggettività, aumentando, in tal modo, il rischio di errori alimentati dai c.d. bias cognitivi, costrutti derivanti da percezioni errate, da cui si inferiscono giudizi, pregiudizi e ideologie.

 

 

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 Dott.ssa Gaia Gervasi –  Tecnico Forense Criminalista presso l’Istituto di Scienze Forensi – Novembre 202

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